I dannati del pedale
Andare in bicicletta è una passione ancestrale. Un moto perpetuo che ti spinge a sfidare tutti i tuoi limiti. Una vera e propria dannazione.
“Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”. Questo dovrebbero affiggere per legge davanti a tutti i negozi di bicilette.
Quado ti approcci al ciclismo non hai idea della spirale nella quale stai per entrare. La prima uscita ti sembrerà, addirittura, una vera e propria tortura. Il respiro sempre più affannato, le gambe che bruciano, dolori in tutto il corpo. Per i più sfortunati, parestesia ai piedi o alle mani.
La sintesi perfetta di questo disagio l’ha espressa Martina, un’amica dallo spiccato spirito d’osservazione. “Come sto? Praticamente come dopo un’epidurale!”
Eppure, per quanto la fatica e il dolore possono essere stati intensi, la soddisfazione di aver raggiunto il primo traguardo in bicicletta gratifica pure i più scettici. Una carica di endorfine che produce i suoi effetti anche nei giorni seguenti, quando le gambe ti chiedono il conto e fai fatica a scendere le scale.
Questa è l’ultima occasione che ti viene concessa per sfuggire alla maledizione della bicicletta. “Pillola azzurra, fine della storia – è stata una bella esperienza ma il ciclismo è uno sport troppo faticoso. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio”. Se nonostante il primo traumatico impatto con la bicicletta decidi di proseguire, la strada per entrare nel club dei “Dannati del pedale” è segnata.
Le prime volte, infatti, i miglioramenti tra un’uscita e l’altra saranno enormi. La velocità che cresce rapidamente di pedalata in pedalata. I dolori che via via svaniscono. La prima volta che arrivi in cima alla salita vicino casa. I tuoi primi 100 km. La prima volta che il tuo amico più allenato non riesce a staccarti. I Pr su Strava. La prima Granfondo.
Miglioramenti repentini che ti riempiono di autostima e ti immergono in un bagno di endorfine a cui non riesci più a rinunciare. Come con la droga, la passione per la bicicletta si trasforma subito in una dannazione che ti spinge a sfidare i tuoi limiti e che ti condiziona in ogni ambito personale.
Basti pensare a quei weekend di sole in cui non stai bene o hai qualche impegno familiare, dove nervosamente non riesci a staccare gli occhi dalla finestra immaginando di cavalcare in sella alla tua “specialissima”; a quando pianifichi le vacanze studiando meticolosamente i percorsi che potrai affrontare prima di raggiungerei la tua famiglia al mare; alle sveglie all’alba e alle corse per arrivare in tempo per il pranzo dopo “il lungo” domenicale. Un elenco infinito di situazioni e sensazioni che tutti noi Dannati conosciamo alla perfezione.
Anche quando fisicamente non riuscirai più a migliorare facilmente, la voglia di confrontarti con te stesso ti spingerà a trovare sempre nuove sfide. I grandi passi alpini che hanno fatto la storia del ciclismo. La prima uscita in notturna. Il primo viaggio in bikepacking. La prima randonnée. La Parigi-Brest-Parigi. La mountain bike, il gravel, la bici a scatto fisso.
La vera dannazione è che in bicicletta non c’è limite alle prime volte, basta liberare la fantasia. Come scriveva Giuseppe Ambrosini: “Prendi la bicicletta e vai!”.
