L’ignoto.

Per un ciclista medio, una volta accumulata una certa esperienza e una discreta conoscenza del proprio corpo, raggiungere un obiettivo stagionale non è quasi mai un’impresa impossibile. Per quanto grande possa essere il traguardo scelto, quello che un amatore si appresta ad affrontare è principalmente una sfida con sé stesso e i suoi limiti: un percorso che si può preparare e pianificare per tempo con un margine di errore relativamente contenuto.

Una volta fissata “l’impresa”, occorre studiare meticolosamente ciò che si vuole andare a realizzare, contare quante settimana si hanno a disposizione per prepararsi e fare i conti con il tempo che si riesce effettivamente a dedicare all’allenamento. A quel punto basterà scomporre il proprio traguardo nei diversi elementi che lo caratterizzano e studiare un calendario di avvicinamento con impegni progressivi e allenamenti funzionali a migliorare in ciascuno dei segmenti individuati. Al netto di possibili errori di valutazione, se si sarà in grado di seguire con flessibilità quanto pianificato, tutto sarà destinato ad andare per il verso giusto.

Non è mai semplice, ovviamente. Occorre tenere sempre la giusta dedizione, ascoltare il proprio corpo e mantenere costantemente alto il livello di motivazione, anche quando la fatica e gli impegni quotidiani consiglierebbero di abbandonare tutto.

Tuttavia, per quanto un ciclista può conoscere il proprio corpo e sapere bene come preparare al meglio un impegno sportivo, dovrà sempre fare i conti con l’imprevisto. Dall’amatore appesantito da troppe birrette fino al grande campione, l’ignoto rappresenta sempre l’ospite sgradito che puntualmente si presenta alla tua porta. Un affaticamento eccessivo, un piccolo infortunio, qualche giorno di febbre, imprevisti familiari o lavorativi, problemi legati al meteo sono tutti fattori che non possiamo controllare e che incidono sulla nostra capacità di seguire il nostro percorso di avvicinamento al grande obiettivo.

Quando compare l’ignoto, l’ingegno, la flessibilità, la determinazione, la pazienza e la capacità di sacrificio diventano fattori imprescindibili. Può capitare che occorra fermarsi e attendere condizioni migliori o addirittura annullare l’impresa, ma nella gran parte dei casi si sarà costretti a continui processi di riadattamento, rivalutando i tempi di recupero tra una sessione di allenamento e l’altra, redistribuendo i carichi di lavoro o immaginando metodologie alternative.

Ma oltre agli aspetti logistici e organizzativi, l’ignoto colpisce duramente sull’ambito emotivo, come quel pugno che fa sobbalzare il pugile poco prima del ko finale. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto, quando ti sentivi a un passo dal tagliare il tuo traguardo, sei costretto a ripianificare la tua agenda e delle volte a ricominciare da capo. L’ignoto ti fa piombare in pochi secondi dal regno del possibile al mondo dell’impossibile, trasformando un obiettivo in una vera e propria impresa.

L’ignoto ha deciso di farmi visita proprio in questi giorni, all’interno del mio percorso di avvicinamento per entrare a far parte della nazionale italiana randonnée, primo step necessario per il lungo cammino verso la Parigi Brest Parigi. Ha deciso di bussare alla mia porta dopo mesi di allenamento e di pianificazione attenta, dopo aver portato a termine due “rando” da 200, una da 300 e una da 400 chilometri, quando la gamba iniziava a girare per il verso giusto e quando per soddisfare i requisiti per ottenere la maglia azzurra mancava solamente l’ultimo brevetto da 600 km. Si è presentato in maniera discreta, a pochi giorni dal grande appuntamento, attraverso una semplice comunicazione via mail. “Gentile Randonneur, è con estremo rammarico che ti comunichiamo l’annullamento della manifestazione LA RANDOMBARDIA 600”. 

Quel traguardo che dapprima sembrava un sogno e che ora era prossimo al suo compimento di colpo si allontanava nuovamente. Panico. Guardo il calendario, mi confronto con altri compagni di avventura e scopro che praticamente non ci sono più alternative percorribili fino a settembre. Altri tre mesi di attesa per raggiungere un obbiettivo che ormai sentivo già mio. Un periodo interminabile dove l’ignoto potrebbe palesarsi ancora, in una randonnée che non puoi permetterti di fallire in quanto ultima occasione del calendario 2022.

Fortunatamente con il passare delle ore, iniziano a circolare voci su un possibile recupero dell’iniziativa cancellata. Si parla del 16 di luglio, tra un mese e mezzo, con un percorso decisamente più duro di quello che sarebbe stato in programma la settimana prossima. Partenza da Parabiago, sconfinamento in Svizzera, San Bernardino e Spluga come due giganti ad aspettarci a metà percorso e gli ultimi duecento chilometri che non sono ancora stati annunciati. Significa per l’ennesima volta, buttare il cuore oltre l’ostacolo e, calendario alla mano, riprogrammare l’avvicinamento all’appuntamento, rinunciare a un concerto atteso da due anni che coincide proprio con la nuova data della Randonnée, ingegnarsi per riuscire ad allenarsi i 10 giorni precedenti alla manifestazione, quando avevo previsto di andare in Sardegna a fare smart working, ma soprattutto sperare che in questo mese e mezzo l’ignoto decida di non venirmi più a trovare.

Ma se effettivamente la vera gioia sta nell’attesa di ciò che pensiamo ci renderà felici, forse l’ignoto non è un ospite così tanto sgradito. Grazie alla sua visita, infatti, avrò ancora qualche settimana per concentrarmi su me stesso, per focalizzarmi sull’allenamento e per sognare di raggiungere il mio obiettivo. Dopo tutto, che gusto ci sarebbe a conquistare dei traguardi che per quanto grandi posano sembrare, risultano “facilmente” pianificabili, senza il brivido dell’imprevisto?

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