I randonneur sono persone uniche nel loro genere: i più dannati tra tutti i dannati del pedale. Sono uomini e donne all’apparenza normalissimi, i classici vicini della porta accanto. Hanno fisici per nulla scolpiti e spesso hanno anche tanti capelli bianchi. Eppure, i veri randonneur sono le persone più forti e invincibili con cui vi capiterà di parlare.
I randonneur se ne fregano dei limiti fisici e mentali di un essere umano, loro vivono la bicicletta in maniera totale. Riescono a stare in sella per giorni interi, senza mai fermarsi e cedere alla fatica. Affrontano salite a ripetizione, anche decine di migliaia di metri di dislivello in sequenza, senza mai smettere di puntare al proprio personale obiettivo. Ognuno con il proprio passo. Ognuno in perfetta armonia con il proprio corpo. Ognuno con la consapevolezza che per ogni eventuale fallimento ci sarà sempre una nuova sfida per potersi rimettere alla prova.
I randonneur pedalano di giorno, di notte, nel freddo rigido dell’inverno e sotto il caldo torrido dell’Anticiclone africano. Non si curano dei violenti temporali che possono coglierli durante le loro imprese o degli animali selvatici che puntualmente attraversano la loro strada durante le notti a pedalare.
I randonneur hanno biciclette modificate per le grandi distanze, accessoriate con dinamo e borse spesso autoprodotte, che gli permettono di pedalare per giorni in totale autonomia, o come dicono loro “in autosufficienza”. A differenza dei loro cugini che fanno le granfondo, non si curano dei graffi sul telaio, anzi ne vanno fieri in quanto ricordi indelebili delle loro avventure.
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